Il progetto di survey nell’agro parentino (Istria, Croazia) prende avvio nel 2019 per iniziativa di alcuni allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Bologna (Ilaria Bandinelli, Veronica Castignani, Francesca Catellani, Jacopo Celani, Angela D’Alise, Isotta Damassa, Giulia Mannino, Maria Carmela Oliva, Eliana Pillitteri, Renato Randolo, Valeria Riccio, Elisa Sottilotta, Pietro Tiralongo, Giorgio Valenza) con il supporto del Prof. Enrico Cirelli (Università di Bologna) già impegnato nel territorio con il progetto di scavo nel sito di Stancija Blek (presso Tar-Vabriga, Istria). Il progetto si inserisce all’interno di una collaborazione avviata nel 2016 tra il DISCI dell’Università di Bologna, l’Istituto di Archeologia (Institut za archeologiju) della Croazia, la cui referente è la Dott.ssa Ana Konestra, e il Museo del territorio parentino (Zavičajni muzej Poreštine), con referente il responsabile del Dipartimento Archeologico Dott. Gaetano Benčić.
L’ambito territoriale preso in esame corrisponde all’entroterra di Parenzo, nello specifico sono state indagate alcune porzioni dell’agro parentino ricadenti nei comuni di Visignano, Legovići, Radovani, Fabci, Sveti Ivan, San Lorenzo del Pasenatico, Anžići, Šterna e Brig. La ricerca ha previsto una preliminare analisi territoriale condotta attraverso ricognizioni di superficie sistematiche all’interno di specifiche aree, selezionate sulla base di considerazioni di carattere geomorfologico o perché limitrofe a evidenze già note. Il progetto di survey ha incluso, inoltre, la documentazione fotografica e fotogrammetrica delle tracce archeologiche individuate e la loro mappatura su piattaforma GIS.
Obiettivi della ricerca sono stati l’individuazione di siti non presenti in bibliografia, il posizionamento tramite strumentazione GPS delle strutture visibili in elevato e la raccolta di materiale in dispersione superficiale al fine di caratterizzare i siti dal punto di vista cronologico e avanzare ipotesi sulla loro possibile interpretazione. L’attività sul campo è stata integrata con lo studio delle fonti scritte, lo spoglio del materiale bibliografico e la raccolta di dati in merito alle caratteristiche geomorfologiche del territorio.
Nel corso della ricerca, grazie alle autorizzazioni da parte della Direzione del Museo del territorio parentino, è stata presa visione del materiale archeologico custodito presso il Museo stesso e dei frammenti lapidei ed epigrafici conservati o reimpiegati nei moderni edifici del territorio. Nello specifico, in alcuni edifici (bassomedievali e moderni) del territorio in esame sono stati individuati frammenti scultorei che risultano di particolare interesse poiché mettono in evidenza una pratica piuttosto diffusa: il riuso di materiale scultoreo precedente per la costruzione di nuovi edifici. Alcuni di essi, inoltre, mostrano motivi decorativi che sottolineano la presenza di una unica facies artistico-culturale, diffusa tra avanzato VIII - inizio del IX secolo, che abbraccia un’area compresa tra le regioni del Nord Italia (in quelle orientali, in Val Venosta, in Friuli e nella Penisola istriana) e, in generale, in buona parte dell’Occidente europeo. Ci si è occupati di segnalare la presenza di questi frammenti, di rilevarli e di stilare una breve schedatura: nel descriverli e nel cercare di fornire una datazione plausibile è stato anche tenuto conto, qualora vi fossero, di alcuni puntuali confronti provenienti soprattutto dall’Italia settentrionale, ma anche dall’Europa centrale e dalla Croazia.
La schedatura e la mappatura delle evidenze archeologiche rintracciate costituiscono uno studio preliminare volto a una migliore comprensione delle forme insediative e di popolamento che hanno interessato il territorio parentino nelle diverse fasi storiche.